I collage architettonici creati da Valerio Recchioni sovrappongono edifici dei nostri giorni con opere d’arte del passato, per ragionare sulla relazione tra l’architettura e il suo contesto.
La serie, ironicamente chiamata “Genius Disloci”, fa dell’immagine una vera e propria forma di sperimentazione. Attraverso la tecnica del collage, il rapporto tra architetture contemporanee e contesto viene sconvolto, portando a riflettere sulla vera essenza degli edifici, e sul loro significato una volta sradicati dal loro “locus”.
Le combinazioni prodotte sono sorprendenti, ma allo stesso tempo definite in maniera così accurata e sapiente da creare una bellissima illusione. Sembra quasi che lo Shard di Renzo Piano sia stato dipinto dallo stesso Friedrich, immerso nella nebbia. O che la Nuvola di Fuksas fosse davvero stata immaginata da Piranesi nei suoi disegni. Queste e tante altre architetture della serie appaiono ai nostri occhi familiari, ma diverse. Immerse in questi contesti surreali, pare vi appartengano da sempre.
Può, dunque, un’architettura esistere senza il suo contesto? O appartenere a più contesti? E’ proprio in questi interrogativi che si innesta tutto il lavoro di Valerio Recchioni, che ci invita ad approfondire, attraverso contrasti e somiglianze, sulle direzioni dell’architettura contemporanea e al suo legame con i luoghi cui appartiene.
Profilo Instagram: Valerio Recchioni
Ho molto apprezzato questo articolo. Anch’io sono attenta a questo rapporto fra nuova e vecchia architettura e mi interessa quello che l’uomo ha potuto produrre nelle varie epoche.
Grazie
"Mi piace""Mi piace"
Grazie a te! Sono contenta che ti piaccia, io sono rimasta subito colpita dagli abbinamenti che ha fatto, li trovo bellissimi e portano davvero a pensare al ruolo dell’architettura nel modificare i contesti e viceversa.
"Mi piace""Mi piace"