L’architettura delle case di riposo e il diritto alla bellezza

Quando mi sono trasferita a Piacenza ben 9 anni fa, a 18 anni, ho iniziato, nell’ambito dell’università, un programma di volontariato. Grazie a quell’adesione, nell’ottobre del 2007 ho conosciuto Maria, che a quell’epoca aveva 79 anni ed era rimasta sola, avendo perso la figlia qualche mese prima.

Ogni domenica andavo da lei, come si fa coi nonni, e come ogni nonna, mi viziava con i dolci che aveva preparato per noi. Vi lascio immaginare quanto abbia contato per me avere una tale dimensione familiare, così lontana da casa mia.

Da un mese Maria è in una casa di riposo, ha dovuto lasciare il suo appartamento perché da sola non poteva più stare…la tristezza che mi ha procurato vederla in quel posto non si può descrivere. Sperduto nel nulla in mezzo ai campi nella nebbia perenne, con qualche metro quadro di cortile pavimentato e qualche albero, le sale comuni hanno divani e poltrone messi qua e là, nelle camere solo luci giallastre e lo spazio minimo per due persone.

Come può un luogo pensato e organizzato per gli anziani, non comunicare in alcun modo benessere, serenità ed energia? Perché gli anziani, nella maggior parte di queste strutture, non possono avere diritto a vivere degli spazi in cui la cura dei materiali, della luce, degli arredi gli regali un posto pieno di bellezza dove stare, anche se non è la loro casa?

L’architettura, quella virtuosa, sa bene che le necessità umane non si limitano agli indici minimi o alle norme. È cosciente che fondere funzionalità ed estetica è difficile, ma la ricerca di questa fusione non è un optional da mettere e togliere. In molti casi queste architetture diventano anche punti di riferimento per un quartiere, per una comunità di persone anziane, in una mescolanza di ospiti e di fruitori dei servizi, e in una condivisione con il territorio di cui queste stesse persone sono patrimonio.

A conferma che la mescolanza di queste caratteristiche è possibile, ho scelto questa selezione di bellissimi progetti di case di riposo. In ognuno di essi si possono apprezzare spazi luminosi, colorati, circondati dal verde. Il fatto che siano così diversi tra di loro, non solo per linguaggio estetico, ma anche per luogo di costruzione, sottolinea ancora di più quanto sia fondamentale e diffusa l’attenzione verso questo tipo di utenti.

Il denominatore comune tra questi lavori diventa proprio quest’ultima.E’ solo comprendendo e dando corpo a tutti i bisogni dell’uomo, in ogni fase della vita, infatti, che un progetto diventa un progetto per le persone, caratteristica necessaria per quel salto di qualità che divide la mera edilizia dall’Architettura con la A maiuscola.

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Orestad plejecenter, Copenhagen – Jjw Arkitekter
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Orestad plejecenter, Copenhagen – Jjw Arkitekter
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Senior Center di Nanning, Cina – Atelier Alter
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Senior Center di Nanning,Cina – Atelier Alter
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Casa di riposo e residenze per anziani, Orbec, Francia – Dominique Coulon & Associés
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Casa di riposo e residenze per anziani, Orbec, Francia – Dominique Coulon & Associés
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Residenze per Anziani, Santo Tirso, Portogallo – Atelier d’Arquitectura J. A. Lopes da Costa
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Residenze per Anziani, Santo Tirso, Portogallo – Atelier d’Arquitectura J. A. Lopes da Costa
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Senior Housing in Can Travi, Barcellona – GRND82
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Senior Housing in Can Travi, Barcellona – GRND82

 

 

 


2 risposte a "L’architettura delle case di riposo e il diritto alla bellezza"

  1. Hai ragione!
    Da noi , ai bambini giustamente e’dedicato il meglio…
    Agli adulti non manca niente e quello che può mancare se lo procurano
    Ai”vecchi” , prigioni come abitazioni , disattenzione , nei negozi e uffici pubblici , come per punirli…
    DI COSA?
    Basterebbe pensare, che se non moriamo finiremo piu o meno cosi.
    CI PIACEREBBE?
    Grazie per la tua testimonianza!

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    1. Grazie a te per la tua attenzione e il commento! Condivido quello che dici, per questo penso che l’architettura ben esercitata, insieme alla consapevolezza, possa risolvere tanti problemi 😉

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